Caso trattato dallo studio volutamente modificato e reso anonimo a tutela della riservatezza dei soggetti coinvolti. 

Il caso ha riguardato un tragico incidente stradale tra due autovetture, in cui ha perso la vita una giovane ragazza (che aveva omesso la precedenza). A difesa dei parenti della vittima, lo studio si costituiva parte civile nel procedimento penale apertosi avanti al Tribunale nei confronti dell’altro conducente (trovato positivo all’alcool-test).

Accertato in dibattimento il nesso di causa tra guida in stato di ebbrezza e collisione con il veicolo della vittima, il Tribunale, però, in sentenza, liquidava il risarcimento ai parenti attribuendo a quest’ultima il 70% della responsabilità dell’incidente (perché non aveva concesso la dovuta precedenza) e solo il restante 30% all’ubriaco (con chiara ripercussione negativa sull’importo del risarcimento alle parti civili).

Lo studio proponeva impugnazione avanti alla Corte d’Appello proprio su tale punto della sentenza, sostenendo che, dato per accertato il nesso di causa tra guida sotto l’effetto di alcool e incidente, la ripartizione della responsabilità concorsuale avrebbe dovuto essere nettamente capovolta (cioè 70% all’ubriaco e 30% alla vittima), poiché mentre chi manca di concedere la precedenza compie pur sempre un illecito di natura amministrativa, chi, invece, si pone al volante di un mezzo sotto l’effetto di alcool compie un reato penale.

Tale diversa natura di illecito dovrebbe comportare diversa gradazione di responsabilità e, di conseguenza, diversa liquidazione del danno. La Corte d’Appello accoglieva in pieno tale impostazione, ribaltando la percentuale di attribuzione della responsabilità a favore della vittima. La tesi resisteva anche nel successivo processo avanti alla Corte di Cassazione.

N.B.: i casi esposti si riferiscono a fattispecie specifiche e particolari e, pertanto, non costituiscono pareri legali applicabili in via generale ma hanno la mera funzione di illustrare alcune tra le aree di competenza dello studio.